L’evoluzione del consumo di cannabis nella storia

Posted by: | Posted on: Ottobre 24, 2024

La cannabis è una delle piante più antiche utilizzate dall’uomo e la sua storia si estende per migliaia di anni. Attraverso i secoli, il consumo di cannabis ha assunto forme diverse, dal trattamento medico, all’uso spirituale e ricreativo, fino agli impieghi industriali.

Oggi, il suo utilizzo è al centro di discussioni globali, specialmente grazie all’apertura verso prodotti alla cannabis legale, che stanno acquisendo sempre più consenso, sia a livello ricreativo che in affiancamento ai trattamenti medici.

In questo articolo esploriamo l’evoluzione storica del consumo della cannabis, dalla sua scoperta fino ai giorni nostri.

Le origini della cannabis: uso medico e spirituale

La storia della cannabis inizia più di 5.000 anni fa, nell’antica Cina, dove la pianta sembra essere stata utilizzata principalmente per scopi medici e industriali. Le prime documentazioni provengono dal regno dell’imperatore Shen Nung, il quale menzionava la cannabis come rimedio per il trattamento di dolori, febbre e malaria. All’epoca, la pianta sembrava particolarmente apprezzata per le sue proprietà curative, ma anche per la sua capacità di fornire fibre resistenti per la produzione di tessuti e corde.

Nell’antica India, la cannabis aveva anche una forte connotazione spirituale. Nei testi sacri Veda, la pianta è descritta come una delle “cinque piante sacre” e il suo uso era legato alle pratiche religiose e spirituali. La bevanda bhang, a base di cannabis, è ancora oggi consumata durante le celebrazioni religiose come il festival di Holi.

Il ruolo della cannabis nell’antico Occidente

Nel mondo antico, sembra che i Greci e i Romani utilizzavano la cannabis, soprattutto per scopi medici. Il medico greco Dioscoride, nel suo trattato di farmacologia, descriveva l’uso della cannabis per trattare dolori e infiammazioni. Similmente, i Romani utilizzavano la pianta sia per scopi curativi che per la produzione di tessuti.

Con il crollo dell’Impero Romano e l’avvento del Medioevo, l’uso terapeutico della cannabis declinò, ma la pianta continuò a essere coltivata e utilizzata per scopi industriali, soprattutto per la produzione di corde e tessuti. Questo uso industriale della cannabis durò per secoli, con la canapa che rimase una risorsa fondamentale per le flotte navali e le industrie tessili.

La cannabis nel nuovo mondo

Nel XVI secolo, la cannabis arrivò nel Nuovo Mondo grazie ai colonizzatori europei. In particolare, la canapa fu coltivata nelle colonie britanniche e spagnole per scopi industriali, soprattutto per la produzione di corde, vele e tessuti. Durante la Rivoluzione Americana, il presidente George Washington stesso coltivava canapa nella sua tenuta di Mount Vernon.

Tuttavia, nel XX secolo, l’uso ricreativo della cannabis cominciò a diffondersi negli Stati Uniti, specialmente nelle comunità di immigrati messicani. Questo portò all’adozione di leggi proibizioniste che culminarono nel Marihuana Tax Act del 1937, una legge che criminalizzò la coltivazione e il commercio della pianta.

Il proibizionismo e la controcultura

Il proibizionismo si diffuse rapidamente negli Stati Uniti e in Europa, portando a una riduzione drastica dell’uso legale della cannabis. Tuttavia, negli anni ’60 e ’70, la pianta divenne un simbolo della controcultura, soprattutto durante l’epoca degli hippie, che la utilizzavano come mezzo di ribellione contro il sistema. Questo periodo vide una crescita esponenziale del consumo di cannabis a fini ricreativi, nonostante i divieti legali.

La rinascita della cannabis in affiancamento ai trattamenti terapeutici

Negli anni ’90, l’atteggiamento verso la cannabis iniziò a cambiare, soprattutto grazie agli studi scientifici sui potenziali benefici terapeutici del THC e del CBD. La California fu il primo stato americano a legalizzare l’uso della cannabis per scopi medici nel 1996, un passo che aprì la strada a numerose altre legislazioni simili in tutto il mondo.

Oggi, la cannabis è utilizzata in molti paesi, tra cui anche l’Italia, in affiancamento ai trattamenti di condizioni come la sclerosi multipla, il dolore cronico e alcune forme di epilessia resistente ai farmaci. Molti studi hanno ipotizzato i benefici della cannabis nella gestione del dolore e dei sintomi collegati a malattie gravi, spingendo diversi paesi a riconsiderare le loro leggi proibizioniste.

La situazione in Italia

In Italia, il mercato della cannabis ha subito una trasformazione significativa negli ultimi anni, grazie alla legalizzazione della cosiddetta “erba legale”. Questo termine si riferisce a una varietà di cannabis che contiene un basso livello di THC (tetraidrocannabinolo), il principio psicoattivo della pianta, mantenendo livelli più elevati di CBD (cannabidiolo), un composto non psicoattivo noto per i suoi potenziali benefici per la salute.

Nel 2016, con l’introduzione della Legge 242, la coltivazione della canapa industriale è stata liberalizzata in Italia, purché il contenuto di THC sia inferiore allo 0,5%. Questo ha aperto la strada alla diffusione della cannabis legale, un prodotto che ha trovato subito un mercato fiorente. La cannabis legale viene utilizzata principalmente per i suoi effetti rilassanti, senza i rischi legati agli effetti psicoattivi del THC. Questo la rende una scelta popolare per chi cerca un’alternativa naturale da affiancare ai farmaci ansiolitici o alle soluzioni per il benessere quotidiano.

Prodotti come la cannabis light di Weedzard sono ormai ampiamente disponibili sul mercato italiano, offrendosi come alternativa naturale per chi cerca un rimedio contro lo stress o una soluzione per il benessere generale.

NB. Le informazioni presenti in questo articolo sono state estratte dal web, non siamo responsabili per eventuali inesattezze. Invitiamo i lettori ad approfondire ogni informazione presente.





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